Il deposito locomotive: la motorizzazione delle porte
Inizialmente avevo pensato di utilizzare l'attuatore a filo di memoria, ma lo sforzo si è dimostrato insufficiente a muovere il cinematismo che, seppur realizzato il più scorrevole possibile, non riusciva a compiere il ciclo completo. La soluzione è arrivata con l'utilizzo di vecchi servocomandi per aeromodellismo, rimanenze del mio hobby di gioventù.
Nella foto si nota la posizione in chiusura dei portoni e le lampadine per l'illuminazione dell'interno.
In questa inquadratura si può notare il particolare delle cerniere superiori realizzate con tubicino di ottone da 2 mm, saldato su una piastrina di vetronite ramata per circuiti stampati, che impegna il perno dell'anta; alla base si notano i riscontri per i fine corsa.
Ecco il segreto sottoplancia: il complesso del movimento composto dai due servocomandi, i finecorsa e le guide di accoppiamento con i perni delle ante.
All'insegna della semplicità circuitale, opportune resistenze (un riciclo...) creano un'idonea caduta di tensione ai morsetti dei servocomandi per ottenere un movimento ragionevolmente lento e quindi realistico.
All'insegna della semplicità circuitale, opportune resistenze (un riciclo...) creano un'idonea caduta di tensione ai morsetti dei servocomandi per ottenere un movimento ragionevolmente lento e quindi realistico.
Questo è il particolare degli interruttori di fine corsa per limitare il movimento della squadretta del servocomando: sono realizzati su una basetta di vetronite ramata, divisa elettricamente in due e con un diodo di collegamento; un perno solidale con l'asta di movimento comanda l'elemento mobile dell'interruttore interrompendo il circuito alternativamente nei due sensi.
In questa inquadratura si capisce il cinematismo del movimento che comanda i perni a gomito affioranti dal fondo e solidali con le ante dei portoni.
Alla fine questo intervento non mi è costato quasi nulla, avendo usato materiale di recupero o comunque disponibile.
Una spiacevole notizia l'ho appresa curiosando sul sito di Jacques Le Plat per vedere gli sviluppi del suo meraviglioso plastico di Ferbach: il filo a memoria che ho utilizzato nel mio lavoro non è più in produzione! Peccato.......