Benvenuto! Mi fa piacere la tua visita perchè è gradevole condividere con altri questa passione che da' sempre soddisfazioni e spero di offrirti qualche spunto nell'osservare i miei lavori, sempre in evoluzione; cercherò a tal proposito di tenere aggiornato l'andamento dei lavori del plastico in H0, con le tecniche adottate e relative spiegazioni. Scrivimi i tuoi commenti, saranno sempre graditi e....buon viaggio!


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venerdì 4 marzo 2016

Aggiornamento a marzo

Il deposito locomotive: la motorizzazione delle porte
 
Inizialmente avevo pensato di utilizzare l'attuatore a filo di memoria, ma lo sforzo si è dimostrato insufficiente a muovere il cinematismo che, seppur realizzato il più scorrevole possibile, non riusciva a compiere il ciclo completo. La soluzione è arrivata con l'utilizzo di vecchi servocomandi per aeromodellismo, rimanenze del mio hobby di gioventù.
 


Nella foto si nota la posizione in chiusura dei portoni e le lampadine per l'illuminazione dell'interno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  
In questa inquadratura si può notare il particolare delle cerniere superiori realizzate con tubicino di ottone da 2 mm, saldato su una piastrina di vetronite ramata per circuiti stampati, che impegna il perno dell'anta; alla base si notano i riscontri per i fine corsa.
 
 
 
 
 
 
 
  
Ecco il segreto sottoplancia: il complesso del movimento composto dai due servocomandi, i finecorsa e le guide di accoppiamento con i perni delle ante.
All'insegna della semplicità circuitale, opportune resistenze (un riciclo...) creano un'idonea caduta di tensione ai morsetti dei servocomandi per ottenere un movimento ragionevolmente lento e quindi realistico.
 
 
 
 
   
Questo è il particolare degli interruttori di fine corsa per limitare il movimento della squadretta del servocomando: sono realizzati su una basetta di vetronite ramata, divisa elettricamente in due e con un diodo di collegamento; un perno solidale con l'asta di movimento comanda l'elemento mobile dell'interruttore interrompendo il circuito alternativamente nei due sensi.
 
 
 
 
  
In questa inquadratura si capisce il cinematismo del movimento che comanda i perni a gomito affioranti dal fondo e solidali con le ante dei portoni. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Alla fine questo intervento non mi è costato quasi nulla, avendo usato materiale di recupero o comunque disponibile.

Una spiacevole notizia l'ho appresa curiosando sul sito di Jacques Le Plat per vedere gli sviluppi del suo meraviglioso plastico di Ferbach: il filo a memoria che ho utilizzato nel mio lavoro non è più in produzione! Peccato.......