La
struttura è costituita da un telaio di listelli di abete 2,5 x 5,5 cm e un
tavolato di compensato da 1 cm. Circuitalmente è formato da curve ROCO R5 (r =
542,8) mm per poter permettere la circolazione della 691 carenata Rivarossi; addirittura
la casa Comasca indicava in allora le curve RC120 come le uniche consigliate
per questo modello, ma da prove fatte il raggio R5 della ROCO consente un
transito senza problemi. Nel cappio è posta la stazione di Dubino dotata di una
piccola zona scalo con 2 binari di cui uno dotato di piano di carico (come
effettivamente esisteva nell’unico binario della stazione vera): i due scambi
sono autocostruiti con la tecnica descritta in TTM n.10 e la loro
motorizzazione non avviene tramite attuatori a filo di memoria come nel resto
dell’impianto ma è stata affidata a due servocomandi (per aeromodellismo, altra
mia passione di gioventù) adattati all’uopo, senza circuiterie elettroniche di
interfaccia per semplificare al massimo il funzionamento. Nel modulo non sono
presenti sganciatori per cui le manovre possono avvenire solo con l’intervento
del ‘manovratore’.
Il
fabbricato viaggiatori proviene dalla storica scatola di montaggio Rivarossi
mentre il marciapiede è autocostruito con listello di tiglio a sezione quadrata
(per il bordo) e legno di balsa con finitura superficiale in sabbia finissima;
il piano di carico dello scalo è autocostruito come pure il respingente
terminale (con spezzoni di rotaia); il segnale ad ala è uguale a quelli nella
stazione di Chiavenna (non funzionante, sia come braccio che come luci); la gru
a mano faceva parte di una scatola di accessori Lima.
Il
modulo è costituito da 4 sezioni e i rilievi sono appena accennati per ragioni
d’ingombro in caso di trasporto: stazione, segnale ad ala, alberi e accessori
vari vengono rimossi e sulle sezioni maggiori viene fissato un foglio di
compensato di protezione supportato da opportuni spessori, mentre le due
sezioni minori vengono fissate rovesciate una sull’altra, per un comodo e
sicuro trasporto.
Il tracciato
è dotato di inversione automatica della polarità qualora sia in funzione la
circolazione con blocco automatico, nel funzionamento in manuale l’inversione può
essere sia automatica che manuale ed in quest’ultimo caso il senso di percorrenza
del cappio è a scelta dell’operatore. Naturalmente il tratto di linea in
stazione è sezionato, come pure la zona scalo, per poter permettere altre
manovre nel resto dell’impianto.
Non
c’è linea aerea per il momento, ma sono state previste piazzole libere da
vegetazione atte ad ospitare la base dei pali qualora si decidesse di procedere
all’elettrificazione (sempre virtuale) anche in questa parte di impianto.
Particolare del deposito legname
Nessun commento:
Posta un commento