Il modulo costituisce il raccordo tra la coulisse e la stazione di Chiavenna; la sua struttura è costituita da un telaio di listelli di abete 2,5 x 5,5 cm con un tavolato di compensato da 1 cm. Il tracciato è simmetrico rispetto al modulo delle rovine ma c’è un’elaborazione paesaggistica maggiore in quanto il tema è la riproduzione di un sito estrattivo di ardesia con uno spaccato di scene di vita lavorativa. L’ispirazione per questo modulo proviene dalla Val Fontanabuona sita nell’entroterra ligure del Golfo del Tigullio, nella riviera di Levante della provincia di Genova, dove ancora oggi si estrae l’ardesia dalle cave in sotterraneo.
In
questo modulo è stata riprodotta anche la linea aerea trifase, come naturale
continuazione dell’adiacente modulo della stazione di Chiavenna. Dal punto di
vista dei cablaggi, oltre all’alimentazione del binario, sono stati inseriti anche
2 relè reed in sostituzione di quelli che inizialmente erano nel cappio di
ritorno, necessari per l’implementazione del sistema di circolazione in
automatico dei treni: con l’inserimento di questi nuovi moduli il tracciato si
è allungato cosicché la manovra dell’inversione del senso di marcia della
locomotiva trifase (per eseguire il ciclo di giro macchina del convoglio in
secondo binario) e l’azionamento degli scambi che un tempo si svolgevano nel
cappio di ritorno ora si devono eseguire in questo modulo.
Vista d'assieme del modulo
1) La preparazione del modulo con rilievi in parte a base di polistirolo ricoperto di schiuma poliuretanica e in parte con struttura a rete metallica da ricoprirsi con carta e colla vinilica; si sono anche ricavati gli imbocchi dei due rami di decauville (spezzoni di binario in scala N), uno dismesso e uno attivo, per l’accesso alle gallerie di coltivazione dell’ardesia:
2) Il tutto ricoperto con impasto a base di carta di giornale macerata nell’acqua e strizzata, colla da falegname e segatura:
3) La
preparazione del fondo con un po’ di erba stesa con applicatore autocostruito
utilizzando il circuito di una racchetta fulmina-mosche:
4) Il sito pronto per accogliere i fabbricati:
5) Sui rilievi un po' di vegetazione, sul fianco del rilievo il camminamento che porta all'uscita di emergenza della cava:
6) Gli
alberi sono sempre ricavati con la stessa tecnica: veri arbusti raccolti in
giro per i boschi, talvolta composti da più spezzoni uniti in base alle
esigenze, teloxis aristata e fogliame vario:
7) Libero sfogo alla fantasia:
8) Il
fabbricato del laboratorio di ardesia della “Ditta Cuneo” è realizzato in balsa
e compensato:
9) Con
listelli di rinforzo all’interno:
10) Il tetto in tegole ricavato da strisce di fogli di cartoncino sovrapposti e
piegati su tondino di legno:
11) Alcuni
particolari costruttivi:
12) Costruzione della tettoia per proteggere il compressore (foglio di stagnola,
stuzzicadenti per dare la forma ondulata, listelli di legno):
13) La
baracca degli operai con tanto di scritta ironica….in tipica lingua genovese (traduzione: pian
pianino):
14) Una fase della sua costruzione: cartoncino, listelli di legno e scaglie di vera ardesia per il tetto
15) Il
palo della corrente elettrica che alimenta la cava: stecco da spiedino, cavo
telefonico, perline da collana:
16) Inizio
dell’allestimento (il cartello di cava non è tanto di fantasia…il nome della
località, dalla quale la cava ha preso la denominazione, esiste davvero!):
17) La
scena si arricchisce: chi spinge il blocco, appena estratto, nel laboratorio
per la sua lavorazione, chi bagna di fango un blocco in attesa della
lavorazione….altri blocchi già lavorati su richiesta di un cliente pronti sul
pallet per essere consegnati…
18) Una
cassa è pronta per il trasporto di lavorati più piccoli....
19) Sullo
sfondo si intravvede l’imbocco di una cava dove ormai il filone è esaurito da
tempo….
20) Vita
di cava:
21) E questa invece è la vera vita delle cave di ardesia della Valfontanabuona!
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